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Scarlino

Scarlino (GR) è arroccato sull’ultimo contrafforte settentrionale del monte d’Alma, a 250 metri di altezza. E’ facilmente raggiungibile dalla SGC nr. 1 Aurelia che transita nei pressi. Il paese è dominato dalla Rocca, risalente probabilmente al X secolo, da cui si gode un ampio panorama sull’omonimo “padule” e sul golfo di Follonica.
Sull’origine del suo nome ci sono varie ipotesi: una lo fa risalire a Scabris Portus, dall’approdo di epoca romana nei pressi del Puntone; un’altra lo collega al termine Longobardo Scherl, vedetta che ha un riscontro nella straordinaria posizione in cui sorge, dalla quale si domina tutta la pianura e larga parte della costa da Piombino a Punta Ala.

La storia:

Sebbene sia nei pressi dell’abitato che nel territorio circostante siano stati fatti importanti ritrovamenti etruschi, le prime notizie certe di un insediamento a Scarlino risalgono al 973, anno in cui la sua corte fu alienata da Lamberto di Ildebrando Aldobrandeschi. Il borgo viene fortificato e cinto di mura e viene incluso nella diocesi di Roselle, come si evince da un atto ufficiale del 1108, quando, per volontà del defunto Ranieri degli Aldobrandeschi, metà del castello e del territorio di Scarlino vengono ceduti al vescovo di Roselle.
Più tardi la proprietà del castello passò ai Conti Alberti di Prato e Mangona. Intorno al 1240 Scarlino fu uno dei primi paesi della Maremma ad organizzarsi in libero comune. Fu conquistato dai Pisani nel 1278, da sempre interessati al controllo dell’area per scopi commerciali. Pisa esercitò il suo dominio su Scarlino fino all’affermarsi della signoria degli Appiani di Piombino. Era il 1399 quando la città entrò a far parte del principato di Piombino. Dopo il congresso di Vienna (1814-15) il Granducato di Toscana cadeva sotto il dominio dei Lorena, insieme a una parte dell’Elba e dello Stato di Piombino. Fu un periodo di profondi mutamenti territoriali promossi dalla nuova amministrazione Lorenese: venne ampliata la rete stradale e si iniziò un’opera di bonifica dell’ampia zona paludosa ai piedi del monte d’Alma. Il primo settembre 1849 Giuseppe Garibaldi pernotta nella residenza dello scarlinese Angelo Guelfi, prima di fuggire verso Venezia dopo la sconfitta della Repubblica Romana; l’episodio è ricordato dalla statua dell’Eroe dei Due Mondieretta nei primi giorni del Novecento nell’omonima piazza. Nel 1855 il paese fu devastato da una grave epidemia di colera, che cessò “miracolosamente” il 19 Agosto, giorno in cui ancora oggi si celebra la ricorrenza con una festa chiamata “Le Carriere del Diciannove”. Tra le due guerre mondiali, nasce a Scarlino il primo Fascio della Provincia; nel 1921 viene ucciso il capo della Lega dei Contadini per placare le aspirazioni libertarie della popolazione. 
L’opposizione al regime fascista porta nel 1943 alla nascita di un Comitato di Liberazione, formato da una trentina di partigiani comandati da Carlo Fabbrini. Questo pugno di partigiani, il 10 giugno 1944, liberò il paese, dove sei giorni dopo entrano gli alleati. 

Da vedere:

Scarlino si presenta ancora oggi con il suo aspetto medioevale. Su tutto l’abitato spicca il castello che sovrasta imponente il paese, nonostante i gravi danni subiti nei secoli. L’aspetto attuale del castello risale al dodicesimo secolo ed è dovuto alla nobile famiglia degli Aldobrandeschi di Sovana, che acquisirono Scarlino grazie al matrimonio di Ildebrandino Aldobrandeschi con una figlia del Conte Alberto Alberti. In seguito con il dominio di Pisa fu effettuata una completa ristrutturazione, per questo oggi il castello è noto come Rocca Pisana. La pianta è irregolare, collegata alle mura del paese all’angolo nord-ovest. Sono presenti tre torri di varia tipologia. La torre di nord-ovest, sicuramente di origine posteriore al resto del castello, è rotonda. All’interno l’unica struttura rimasta è una cisterna per la raccolta di acqua piovana.
Altri edifici di spicco sono: la chiesa di San Donato risalente al secolo XII, a pianta a croce latina con un’unica navata centrale, connubio di stile gotico e romanico. Vicino a piazza Garibaldi si trova la chiesa di San Martino, la cui campana reca la data 1340, ristrutturata nella seconda metà del 1700, per volontà di Eleonora Appiani. A pochi passi si erige il Palazzo Comunale sempre databile al secolo XII, anche se più volte rimaneggiato. A est sono visibili la Porta Senese e i resti delle mura inglobati nelle abitazioni.

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