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Punta Ala
La storia: Punta Ala è un promontorio situato nel Comune di Castiglion della Pescaia. Oggi è un luogo rinomato per vacanze a cinque stelle: in uno scenario naturale fatto di scogliere, macchia mediterranea e pinete, sono state edificate residenze di lusso e un porto turistico di alto livello. Ogni anno è meta di vip e personaggi noti. E’ stata base di Luna Rossa per le partecipazioni all’America’s Cup 2000 e 2003. Fino agli anni Sessanta del Novecento questo promontorio era un paradiso naturale. La storia del Granducato di Toscana lo aveva appena sfiorato. Nel 1557, per una serie di trattati, avvenuti in seguito della conquista di Siena da parte di Cosimo I dei Medici, Eleonora di Toledo ottiene in donazione Punta Troia. Fu deciso di erigere una torre quadrata sul promontorio, che fino ad allora era deserto; esisteva soltanto una torre sull’isolotto di Troia Vecchia, fatto edificare nel ‘400 dagli Appiani di Piombino. Nel 1577, sul versante a nord – ovest sul Poggio del Barbiere, di fronte a Piombino, fu eretta un’altra torre quadrata, Torre Hidalgo, per ordine di Jacopo IV Appiani.
Non ci sono interventi di rilievo fino alla fine del ‘700, quando le due torri furono ampliate da Ferdinando III. Tutta la zona, salvo pochi casali agricoli e i due fortilizi, resta disabitata per secoli a causa delle condizioni arretrate della Maremma, dell’imperversare della malaria e della mancanza di strade. Il promontorio passa di mano in mano fino al Ventennio Fascista quando è acquistato da Italo Balbo, ministro e generale del regime, che fece disboscare parte del territorio, aprire una nuova strada, erigere poderi e restaurare il castello per renderlo confortevole per se e per i suoi ospiti altolocati.
La Leggenda:
Il nome odierno, Punta Ala, fu voluto da Balbo, per sostituirlo a quello di Punta Troia, poco consono alla dimora di un’alta carica del Fascismo. Fu chiamata Punta Ala e l’isolotto vicino, da Troia Vecchia, diventò Lo Sparviero, mentre gli scogli tra l’Isolotto e la Punta rimasero I Porcellini. La leggenda narra che il vecchio nome sia da attribuirsi a una scrofa di cinghiale, che, per sfuggire ai cacciatori, finì in mare seguita dai suoi piccoli. La paternità del nuovo nome è attribuita allo stesso Balbo, che, sorvolando il promontorio con il suo idrovolante, se ne innamorò riconoscendovi il profilo di un’ala.
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