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Castiglione d´Orcia
Castiglione d’Orcia (SI) è un borgo in provincia di Siena, nell’omonima valle, raggiungibile percorrendo la statale nr. 2 Cassia. Da una posizione panoramica invidiabile che permette di spaziare sui celebrati panorami del senese, il borgo è il capoluogo di un territorio prevalentemente collinare che si estende dal fiume Orcia fino alle pendici del Monte Amiata. L’uomo ha da sempre abitato queste valli: i primi insediamenti risalgono sicuramente a piccoli villaggi dell’età del bronzo presumibilmente dediti ad agricoltura e pastorizia, come testimoniano i reperti rinvenuti nella zona di Campiglia d’Orcia e Riparo Cervini a Vivo d’Orcia. Successivamente è accertata la presenza etrusca. Sono numerosi i ritrovamenti; nei pressi del comune sono venute alla luce alcune tombe di epoca ellenistica. Con l’arrivo dei Romani interessati alle numerose sorgenti termali presenti nel circondario, si ha la presenza di molti insediamenti. Lo testimoniano varie necropoli rinvenute nei pressi di Castiglione e Campiglia e i resti di un edificio termale in presso Bagni di San Filippo.
Le prime notizie certe sull’abitato di Castiglione risalgono però al 714, negli atti di una controversia fra i vescovi di Siena ed Arezzo ove si cita la pieve di San Felice, che era l’antica chiesa del paese. All’epoca Castiglione era possedimento degli Aldobrandeschi ed era conosciuto col nome di “Petra”. Il paese assunse importanza in epoca longobarda, per la sua posizione dominante sulla Via Francigena. Venne costruito un castello per controllare la via Francigena. I possedimenti terrieri rimasero proprietà della famiglia longobarda dei conti Aldobrandeschi fino al 1094, quando una parte della proprietà venne donata alla influente Abbazia di San Salvatore. Castiglione assunse il nome odierno dal latino Castrum, inizialmente unito all’antica denominazione di Petra, cone risulta nei Registri Vaticani delle decime del 1274 dove compare il toponimo Petra Casillionis.
Nella metà del XIII secolo Castiglione, si sottomise alla Repubblica di Siena. Il paese si costituì Comune nel 1252, con un giuramento di fedeltà a Siena, e fu coinvolto nella lotta tra Guelfi e Ghibellini che culminò nel 1277 nell’assedio di Castiglione da parte dei Guelfi senesi, affiancati da Lucca, Firenze e Pistoia, che tentavano di catturare i Ghibellini rifugiati a Castiglione dopo la fuga da Siena. Ma dopo 40 giorni di assedio i castiglionesi ebbero la meglio sui guelfi del capitano Ridolfo Orlandini che fu addirittura decapitato.
Nel 1368, Castiglione venne donato da Siena alla famiglia Salimbeni che già deteneva la vicina Rocca a Tintinnano, e soltanto dopo il definitivo crollo dei Salimbeni, nel 1419, il castello tornò sotto il dominio senese. Nel 1467 fu restaurato il cassero e nel 1471 fu costruita una cinta di mura esterna con quattro porte di accesso. A seguito delle alterne vicende tra l’imperatore Carlo V e Siena, nel 1552, Castiglione fu occupato dalle truppe imperiali quando Siena entrò in guerra contro l’Impero. La guerra si concluse con la sconfitta di Siena e la sua annessione al Granducato di Cosimo dei Medici. Nel 1605 Cosimo II concesse Castiglione in feudo al marchese Ferdinando Riano di Bologna. Nel 1676 con l’estinzione dei Riano Castiglione ritornò tra le terre dello stato. Fu dal 1775 che Il granduca Pietro Leopoldo, con uno degli interventi di trasformazione delle istituzioni comunali medievale, che la vallata fu riorganizzata in pochi e grandi comuni. Così vennero annessi a Castiglione i territori dei comuni di Rocca, Briccole, Spedaletto, Rimbecca, Geta, Ripa a Musone, Poggio Trecerchi, Poggio d’Orcia e Vivo. Il processo si concluse nel 1867 con l’annessione dei territori di Campiglia d’Orcia, Bagni San Filippo e Caselle del Vivo, precedentemente appartenenti ad Abbadia San Salvatore, quando il comune di Castiglione assunse definitivamente la fisionomia attuale.
Oggi resta visibile l’impianto medievale del borgo sovrastato dalle rovine della rocca aldobrandesca. Il centro ospita la suggestiva piazza dedicata al pittore e scultore castiglionese Lorenzo di Pietro detto Il Vecchietta; la piazza 80) detto appunto il Vecchietta nato a Castiglione. La piazza è situata nel cuore del centro storico e è sede del Comune. Ha forma triangolare, posta su un pendio e lastricata con un acciottolato in pietre non lavorate, ha un pozzo in travertino del 1618 al suo centro e vi si affaccia il Palazzo Comunale. Notevoli la chiesa di Santa Maria Maddalena di stile romanico, e quella dei Santi Stefano e Degna romanica con la facciata cinquecentesca, ospita opere d’arte pregevoli, tra cui una Madonna col Bambino di Simone Martini e un’altra Madonna col Bambino di Pietro Lorenzetti.
Il monumento più conosciuto è senz’altro la torre della Rocca di Tentennano. E’ un imponente cassero che svetta a poca distanza da castiglione su un ripido colle, dominando tutta la val d’Orcia. La rocca sovrasta il piccolo borgo medievale di Rocca d’Orcia. La rocca fu teatro di numerose battaglie ma cadde solo grazie a tradimenti delle forze che la presidiavano.
Nel territorio del comune sono presenti anche attrazioni per gli amanti della natura. Nella zona di Vivo d’Orcia è presente un residuo della foresta primaria amiatina con abeti che superano 35 metri di altezza e 3 di circonferenza. Inoltre nel territorio di Castiglione d’Orcia sono presenti almeno cinquanta delle ottantasei specie di orchidee spontanee presenti in Italia, alcune delle quali molto rare. Una citazione a se va per il paesaggio caratterizzato dalle “crete”, le “biancane” e i “calanchi”. Le Crete sono caratterizzate da terreni argillosi con declivi dalle forme sinuose e poggi arrotondati. Sui versanti ripidi più esposti alle piogge si formano le biancane, delle cupolette semisferiche o coniche alte pochi metri e prive di vegetazione. Numerose sono le sorgenti termali della zona, le più rinomate, per le proprietà terapeutiche delle acque, sono nella frazione di Bagni San Filippo.
Da Vedere:
Oggi possiamo ancora distinguere i resti delle fortificazioni medioevali facenti parte del recinto di mura rettangolari e tre porte superstiti delle quattro edificate. Quelle giunte fino a noi sono le mura che Siena fece ricostruire dal grande architetto Lando di Pietro nel 1333 dopo l’assalto delle truppe del Castracani. Sull’asse viario principale si aprono la Porta Senese e la Porta Grossetana, detta Porta Franca. Sull’asse trasversale troviamo la Porta Gorella (o Porta Civitella). Verso l’Ombrone, esisteva Porta Fluminis, oggi perduta.
La più poderosa porta è la Porta Senese, recentemente restaurata. Presenta all’esterno un grande arco acuto gotico in stile senese di fine Duecento. È circondata da un robusto paramento murario, che termina con una serie di archetti. Anche l’arco della porta interna è a sesto acuto in travertino, con cornice sagomata in marmo nero. Sul suo fianco destro è addossata una robusta torre, che è stata l’abitazione del Marchese. Una nota va anche alla chiesa di San Michele Arcangelo, più volte rimaneggiata nei secoli: edificata dai frati Umiliati nel XIV secolo, a pianta rettangolare, con il coro quadrangolare rialzato da due scalini. Conserva al suo interno rari ed importanti affreschi di Biagio di Goro Ghezzi e un crocifisso scolpito in legno risalente al secolo XIII.
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