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Montarrenti

Il castello di Montarrenti: Il castello di Montarrenti si trova sulla Montagnola Senese, a breve distanza dalla Colonna, di epoca granducale, alla quale ha dato il nome, che segnala l’incrocio fra la Strada Regionale 73 (la Senese Aretina) e la Strada Regionale 541 (la Traversa Maremmana. Recenti scavi archeologici hanno collocato l’origine di Montarrenti fra la metà del VII e la metà dell’VIII secolo a.C.: allora era un villaggio di capanne circondato da due palizzate. Il borgo poi divenne, in età carolingia, centro curtense di raccolta dei prodotti agricoli. Testimonianze di Montarrenti si hanno in atti della metà del sec. XII, dove si nota che i cittadini sono chiamati a fare da testimoni durante una controversia, sorta fra il vescovo Galgano Pannocchieschi e l’abate del monastero di Serena, riguardante la chiesa di Sant’Andrea di Montarrenti. All’inizio del XIII secolo avevano dominio sul castello alcuni piccoli nobili del contado, legati alla grande consorteria degli Aldobrandeschi. Nel 1217 gli stessi nobili e i consoli del castello si sottomisero a Siena, che vi insediò un podestà. 
L’Estimo del 1317 riporta che a Montarrenti esisteva un Casser o di proprietà di Giovanni Meschiati, costituito da otto edifici e un borgo sottostante di ventisei case e venti casalini. Intorno alla metà del XV secolo la proprietà passò alla famiglia Dati e successivamente ai Ghini, che, ancora nel ‘700, erano proprietari della zona. Dalla descrizione del Gherardini sappiamo che nel 1676 il “Comunello” di Montarrenti dipendeva dalla diocesi di Volterra ed era costituito da poche famiglie, per un totale di quarantasei persone; pochi decenni dopo il castello era in rovina e la chiesa non più officiata.
La curiosità:
Montarrenti è nota per una cava posta nelle sue vicinanze, dalla quale si estraggono varietà di marmo pregiato, in colorazioni che vanno dal giallo al rosso. Questi marmi, usati nelle decorazioni architettoniche, sono apprezzati in tutto il mondo. Merita una speciale menzione la scelta fatta dal celebre architetto Cass Gilbert, che, incaricato di erigere la nuova sede della Corte Suprema degli Stati Uniti a Washington, costruzione avvenuta dal 1929 al 1935, per gli esterni scelse marmi americani della Georgia e del Vermont, ma per le colonne della sala interna “…ha ritenuto che soltanto il marmo giallo lucido e avorio dorato di Montarrenti che si estrae vicino a Siena, in Italia, sarebbe adatto…” A questo scopo nel 1933 l’architetto contattò Benito Mussolini in persona per chiedere la sua intercessione affinché da Siena giungesse il marmo identico a quello del campione in suo possesso. 

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