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Il Castello dei Conti Guidi a Poppi

Alla sommità del borgo medievale di Poppi signoreggia il Castello dei Conti Guidi, antica famiglia comitale toscana, di cui si hanno notizie fin dal secolo X. L’edificio sorge in un ampio spiazzo, il cosiddetto “pratello”, oggi giardino pubblico, che lo distacca dal resto dell’abitato.
Le prime notizie scritte dell’esistenza del castello sono datate 1191, ma è certo che in quella posizione esisteva già un castello da almeno due secoli. L’attuale architettura viene attribuita dagli storici al 1274, periodo in cui era al potere il Conte Simone di Battifolle che fece edificare la parte destra dell’edificio commissionandola all’architetto Lapo di Cambio. Il castello ha una certa somiglianza con Palazzo Vecchio a Firenze, costruito in seguito da Arnolfo di Cambio, figlio di Lapo tanto che alcuni esperti lo definiscono un prototipo del palazzo fiorentino.

A destra l’edificio si presenta diseguale in impostazione e stile. Questa parte viene infatti attribuita all’ampliamento del 1291, realizzato sotto Guido di Simone.
il castello si presenta con la parte destra con un solo piano di finestre bifore, mentre la sinistra ne ha due. L’insieme è circondato da mura di cinta a merlatura guelfa per tutto il perimetro; la protezione era aumentata dalla presenza di un ampio fossato. L’accesso avviene dalla porta principale, in origine difesa da un ponte levatoio e da una struttura difensiva detta “la munizione”. Questa in origine non doveva essere la porta principale, che invece si doveva trovare sul lato opposto, dalla parte di Ponte a Poppi.



Il portone principale è opera di Baldassarre Turriani (1477), ed è detto del Leone per la presenza di una targa con il felino. Dalla porta si accede al cortile interno. Su tutto il complesso svetta l’alta torre, rimaneggiata e trasformata in torre campanaria nel 1817 a seguito dei danni causati da un fulmine. Essa doveva essere parte del nucleo originario del castello. La torre era molto più alta e dotata di apparato a sporgere con beccatelli. La base è parzialmente interrata e sottrae alla vista la scarpatura, complemento alla difesa piombante. Alla base la torre ospitava le carceri, nelle quali oggi è visibile un allestimento che riproduce le condizioni nelle quali erano tenuti i detenuti.
All’interno il cortile presenta numerosi elementi interessanti e di grande suggestione: si nota subito la scala del Turriani, i ballatoi in legno con resti di mensole e soffitti originali, la colonna di sostegno al tetto, eccentrica e sostenuta da mensole sovrapposte e infine i numerosi stemmi che impreziosiscono le pareti ricordando che il castello fu sede vicariale dal 1440, quando Francesco Guidi, alleato al Duca di Milano contro i Firenze, passò alla repubblica fiorentina che ne fece la sede del Vicariato del Casentino. Nel salone del piano superiore del cassero, coperto a capriate e dipinto con i motivi originali, fu redatta nel 1440 la resa dell’ultimo dei conti Guidi, Francesco, alla Repubblica Fiorentina.

Ma i motivi di interesse non finiscono qui: il castello ospita anche il museo della battaglia di Campaldino, che si svolse nella vicina piana di Poppi nel 1289, con un plastico dello schieramento Guelfo e Ghibellino. Nelle sue sale vi è anche la sede della Biblioteca Rilliana, dotata di ventimila volumi e oltre cinquecento manoscritti del secolo XI e 784 incunaboli.
E’ visitabile anche l’ala dell’abitazione comitale, con resti di affreschi, soffitti decorati, camini d’epoca, la cappella con volte a crociera e una serie di affreschi con “le storie del Vangelo” attribuiti a Taddeo Gaddi, il principale allievo di Giotto.

Al contrario degli altri castelli ed architetture medievali della zona, il castello dei Conti Guidi non è stato rovinato dal tempo e, grazie a costanti restauri effettuati nel corso dei secoli, si trova attualmente in eccellenti condizioni di conservazione.

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